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Contrasto al coronavirus Covid-19, schizofrenia e sonnolenta ignavia.

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Italia, contrasto alla pandemia di coronavirus Covid-19, marzo 2021

E’ passato ormai più di un anno dall’inizio della pandemia di coronavirus Covid-19.

In Italia 3.281.810 casi ufficiali di contagio dall’inizio della pandemia, 2.639.370 guariti, 103.432 deceduti, 539.008 attualmente contagiati (dati al 17 marzo 2021, dati ufficiali Ministero della Salute).  Nel mondo intero 120.383.919 casi confermati dall’inizio della pandemia, 2.664.386 morti (ultimi dati O.M.S.. Fonte World Health Organization, 17 marzo 2021).

Si cerca di fronteggiare – pur fra tanti errori – la crisi sanitaria, mentre è devastante la crisi economico-sociale.

Così in Italia e nel resto della Terra.    Nessuno Stato ha dimostrato di esserne uscito completamente fuori, nemmeno Israele, la nazione dove la campagna vaccinale è allo stadio più avanzato.

Numerose sono le varianti del Covid-19 già individuate, la campagna vaccinale è stata avviata, pur con serie difficoltà, rimarranno per ancora lungo tempo le misure di contrasto della pandemia, così come le irresponsabilità manifestate da chi riveste ruoli istituzionali.

Per non parlare delle migliaia e migliaia degli effetti collaterali rappresentati dalle altre patologie passate in secondo piano.

Insomma, non è finita e non finirà fin quando non remeremo tutti dalla stessa parte.

chiusura negozio per contrastare la diffusione del coronavirus COVID 19 (marzo 2020)

Però, vengono prese decisioni che appaiono quantomeno schizofreniche, come la possibilità per i residenti nelle zone “rosse” e “arancioni” di potersi spostare nelle proprie “seconde case” ovunque esse siano.

Il  decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30 , il D.P.C.M. 2 marzo 2021 e le Domande e risposte sul sito web del Governo (FAQ) lo chiariscono: “dal 16 gennaio 2021, le disposizioni in vigore consentono di fare “rientro” alla propria residenza, domicilio o abitazione, senza prevedere più alcuna limitazione rispetto alle cosiddette ‘seconde case’. Pertanto, proprio perché si tratta di una possibilità limitata al “rientro”, è possibile raggiungere le seconde case, anche in un’altra Regione o Provincia autonoma (da e verso qualsiasi zona: bianca, gialla, arancione, rossa)”.

Che senso ha restringere quanto più gli spostamenti in zona “rossa” o “arancione”, ma permettere qualsiasi spostamento verso le “seconde case”?

Sarebbe necessaria una spiegazione esauriente da parte del Governo Draghi, per intenderci non un arbitraggio alla Calvarese che permette all’intoccabile juventino Ronaldo di prendere a calci in faccia il portiere cagliaritano Cragno senza sbatterlo fuori dal campo come il regolamento predica invano.

In ogni caso, però, il c.d. Decreto Draghi prevede che “i Presidenti delle regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano possono disporre … ulteriori, motivate, misure piu’ restrittive” (art. 1, comma 3°, del decreto-legge n. 30/2021), opportunità colta dal Presidente della Regione autonoma della Valle d’Aosta (ordinanza n. 117 del 13 marzo 2021), dal Presidente della Provincia autonoma di Bolzano (ordinanza n. 14 del 13 marzo 2021) e dal Presidente della Regione Campania (ordinanza n. 9 del 15 marzo 2021) per inibire gli spostamenti verso le “seconde case” per diminuire le potenziali occasioni di diffusione della pandemia.

Opportunità non colta dal Presidente della Regione autonoma della Sardegna, unica regione in zona “bianca” nonostante sia l’ultima regione italiana per numero di vaccinazioni eseguite (solo il 67,5% di dosi somministrate su quelle disponibili, verso una media nazionale dell’83,8%) e nonostante la palese inefficacia dei controlli sanitari sulle persone in arrivo nell’Isola.

L’ordinanza presidenziale n. 8 del 15 marzo 2021, infatti, non contiene alcuna disposizione in proposito, mentre quanto stabilito dalla precedente ordinanza presidenziale n. 5 del 5 marzo 2021 viene sistematicamente eluso: migliaia di persone giunte in Sardegna non sono vaccinate e non si sono sottoposte ai tamponi rapidi antigenici, nei porti e aeroporti d’arrivo o presso strutture sanitarie di fiducia.

In migliaia, positivi o meno, sciamano in lungo e in largo nell’unica regione “bianca” d’Italia, i cui amministratori non hanno imparato nulla dagli errori (per non dire altro…) compiuti nei mesi passati.

Già più di 43 mila cittadini sardi han chiesto con una petizione popolare al loro sonnacchioso presidente di copiare i colleghi valdostano, bolzanino e campano e chissà se l’ormai noto indipendentista d’obbedienza leghista farà qualcosa.

Nel mentre, non fidandosi, vi sono sindaci come quello di S. Antioco (ordinanza n. 2 del 17 marzo 2021) che confinano “tutti i soggetti che dovessero arrivare nel territorio …, (fatti salvi i casi di arrivo per motivi di lavoro, necessità o salute da dimostrare mediante autocertificazione) provenienti da altre Regioni italiane o da Stati Esteri” in “quarantena fiduciaria di 10 giorni presso il proprio domicilio“. E fanno bene.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico odv

La petizione Tuteliamo la salute dei Sardi si firma qui https://www.change.org/p/presidente-della-regione-sardegna-tuteliamo-la-salute-dei-sardi

aggiornamento (18 marzo 2021): nella notte fra il 17 e il 18 marzo il Presidente della Regione autonoma della Sardegna, seppure in colpevole ritardo, ha spintaneamente emanato l’ordinanza n. 9 del 17 marzo 2021 con cui prescrive testualmente: “l’ingresso in Sardegna con la finalità di recarsi presso le proprie abitazioni diverse da quella principale (c.d. seconde case) da parte di persone ‘non residenti’ è consentito solo in presenza di comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e/o di indifferibilità documentata ovvero per motivi di salute“.

Una buona parte di buoi sono scappati, ma finalmente ha chiuso la stalla.

A.N.S.A., 15 marzo 2021

Gli spostamenti, le seconde case, lo sport: ecco cosa si può fare.

Sardegna a parte, tutta Italia da lunedì 15 marzo sarà in rosso o arancione. Ecco le regole da rispettare nelle varie regioni secondo le nuove ‘faq’ pubblicate sul sito del Governo.

    SPOSTAMENTI
– In ZONA ROSSA sono consentiti esclusivamente gli spostamenti per “comprovati motivi di lavoro, salute o necessità”, nonchè il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Vietate fino al 2 aprile e nella giornata del 6 aprile le visite ad amici o parenti o comunque in un’altra abitazione privata per motivi che non siano di lavoro, salute o necessità. Il 3, 4 e 5 aprile – e questo vale anche per le zone arancioni – sarà invece consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata della stessa regione, tra le 5 e le 22, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni.
 In ZONA ARANCIONE dal 15 marzo al 2 aprile e nella giornata del 6 aprile, è consentito spostarsi all’interno del proprio comune tra le 5 e le 22 per visitare amici o parenti, una sola volta al giorno, con le stesse modalità valide su tutto il territorio nazionale (tranne le zone bianche) per il 3, 4 e 5 aprile in zona rossa.


    SECONDE CASE
– In ZONA ROSSA
 è possibile raggiungere le seconde case, anche in un’altra regione (da e verso qualsiasi zona: bianca, gialla, arancione, rossa), ma solo per chi può comprovare di avere effettivamente avuto titolo per recarsi nello stesso immobile prima del 14 gennaio 2021. Sono esclusi tutti i titoli di godimento successivi (comprese le locazioni brevi non soggette a registrazione). La casa di destinazione non deve essere abitata da persone non appartenenti al nucleo familiare convivente con l’avente titolo e vi si può recare unicamente lo stesso nucleo.

    AUTODICHIARAZIONE
– In ZONA ROSSA
 si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia.
    – In ZONA ARANCIONE dalle 5 alle 22 non è necessario motivare gli spostamenti all’interno del proprio comune. Per quelli verso altri comuni, nonché dalle 22 alle 5 anche all’interno del proprio comune, si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti.

    LUOGHI DI CULTO
– In ZONA ROSSA
 è possibile spostarsi per raggiungere il luogo di culto più vicino a casa. Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si possono svolgere, purché nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo con le rispettive confessioni.

    PASSEGGIATE E SPORT
– In ZONA ROSSA
 ammesse passeggiate ed attività motoria all’aperto esclusivamente in prossimità della propria abitazione, con l’obbligo di rispettare un metro di distanza da altre persone. Ok anche all’attività sportiva esclusivamente nel territorio del proprio comune, dalle 5 alle 22, in forma individuale e all’aperto, mantenendo la distanza interpersonale di due metri. Se si fa corsa o bici è possibile anche ‘sconfinare’ nel territorio di un altro comune, “purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il comune di partenza”.
    – IN ZONA ARANCIONE è consentito fare attività sportiva in un altro comune, “qualora questa non sia disponibile nel proprio”.

    BAR E RISTORANTI 
– In ZONA ROSSA
 così come in quella ARANCIONE è sempre vietato consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione e nelle loro adiacenze. Dalle 5 alle 22 è consentito l’asporto; la consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario. I ristoranti degli alberghi sono aperti per i clienti che vi alloggiano, anche in ZONA ROSSA. Quindi è consentita (senza limiti di orario) la ristorazione solo all’interno dell’albergo o della struttura ricettiva in cui si è alloggiati.

    NEGOZI E MERCATI
– In ZONA ROSSA
 restano aperti solo le attività commerciali che vendono generi alimentari o beni di prima necessità. Ammessa anche la vendita al dettaglio di articoli per la prima infanzia.
    I negozi che vendono abbigliamento o calzature sia per adulti che per bambini possono restare aperti per la sola vendita di prodotti per bambini, chiudendo le altre aree. 
   

Cagliari, Viale Trento, scritta murale sotto il palazzo sede della Regione autonoma della Sardegna

(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)


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